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Loira
Dove sfocia il Vino
Un tempo terra di re, la Loira è divenuta l’Eldorado dei giovani vignaioli. Suddivisa in I4 dipartimenti, è tra le regioni viticole più vaste al mondo.

La regione vinicola si estende lungo il corso del fiume Loira, il più lungo di Francia.
È una delle regioni vinicole più interessanti al mondo ove si producono diverse tipologie di vini. I suoi vini bianchi la rendono famosa, in particolare quelli prodotti da uve Chenin Blanc, Sauvignon Blanc o Melon de Bourgogne.
Un’interessante produzione di vini rossi la contraddistingue, basata soprattutto sui vitigni Cabernet Franc e Gamay.
La tenuta Laureau si inserisce da vent’anni nel paesaggio dei famosi vini bianchi secchi di Saven- nières.
Coltivando 6 ettari di Chenin nelle DOP Savennières e DOP Savennières Roche-aux-Moines, Da- mien Laureau sceglie di stabilirsi con la sua famiglia in Anjou nel 1999.
Dopo alcuni anni a Sainte Gem- mes-sur-Loire al Clos Fremur come viticoltore e arboricoltore, dal 2006 Damien si dedica esclusivamente al lavoro della vite. Ingegneri agricoli, Damien e Florence Laureau guidano la loro azienda valorizzando il territorio di Savennières.
Il vigneto è condotto in agricoltura biologica dal 2012. Coltivare le viti senza prodotti di sintesi permette di mantenere vivacità nel suolo, così da ottenere un’espressione del territorio più vera possibile.
“Per rafforzare questo approccio, utilizziamo compost e letame bovino come fertilizzanti.
La lotta contro la peronospora e l’oidio passa attraverso l’uso di pochissimo rame, zolfo, estratti fermentati e oli essenziali. Tutto nel rispetto della vite”.
I tempi di lavoro eseguiti manualmente sono molto importanti, il che permette di dedicare tutta la cura necessaria alla preparazione di una vendemmia sana.
Benoît, il braccio destro dei due coniugi viticoltori da 10 anni, Patrick e molti stagionali si impegnano a mantenere i grappoli nelle migliori condizioni di maturazione.
Lo Chenin, vendemmiato per ordinazioni successive, viene pressato direttamente, criomacerato per 12 ore e messo in fermentazione – con lieviti indigeni – per un anno, in cisterne o in barrique a seconda del territorio.
Ogni micro-terroir è identificato e vinificato separatamente.
I vini sono affinati su fecce per 18-24 mesi. Vengono effettuate fermentazioni malolattiche. Tutto ciò consente al vino di acquisire rotondità, complessità e fascino. Il carattere dello Chenin e del territorio sono rispettati grazie a un allevamento “non interventista”.

Il Domaine du Petit Métris si trova tra la Loira e Layon, in cima a una collina che affaccia sul villaggio di Saint Aubin de Luigné.
Il vigneto è caratteristico, data la composizione del suolo in scisto d’Angió nero dove lo Chenin rimane il vitigno principe.
Lo Chenin è presente sulla maggior parte della tenuta con i terroir de La Butte de Chaume 1er Cru, Quarts de Chaume Grand Cru, St Aubin e Savennières.
Anche 3 ettari di Cabernet Franc crescono sugli scisti di Rochefort.
L’intera tenuta è condotta in agricoltura biologica dal 2019; la prima annata biologica coincide con il 2022.
Fondamentale è l’azione dei venti che soffiano sulla collina, portando beneficio alla maturazione dello Chenin.

La tradizione non è il passato, ma ciò che non passa.
È questo il motto dell’azienda situata nella Valle di Layon, autentico bastione di continuità.
La famiglia Prouteau gestisce il domaine da ben undici generazioni. Già nel 1647, i Prouteau curavano queste pregiate vigne, coltivate in origine dai monaci di Saint-Jean de Thouarcé.
Da secoli, sono tre i pilastri fondativi dell’azienda: Tradizione, che permette di tendere con passione al futuro; Ambiente, dato il profondo legame alla terra d’Anjou; Trasmissione, che porta avanti una millenaria convivialità per unire famiglia e amici attorno a una bottiglia di vino angioino.
Ed ecco, oggi, Mathieu e Florent, due giovani ragazzi al timone del domaine Les Canons. Come i padri viticoltori, anche loro tengono acceso il fuoco di quella tradizione che non passa.

Siamo a Vallet, a ovest della Loira, a venti minuti da Nantes e a un’ora dalle onde atlantiche.
È qui che il Domaine de La Fessardière produce vini biologici dal 1997, da quando Michel Sauvion scelse questa forma di viticoltura per raffinare la qualità dei suoi vini, Muscadet Sèvre e Maine.
E lavorare così in armonia con la natura. Nel 2014, Jérôme e Emeline, entrambi agronomi e attuali proprietari del domaine, incontrano Michel.
Restano subito affascinati dal suo inestimabile lavoro e decidono di comprare il vigneto per continuare con la viticoltura e la vinificazione biologica.
Da allora, i due hanno sviluppato una gamma di vini della quale vogliono essere ambasciatori sul territorio nazionale ed estero. I due agronomi, nel solco tracciato da Michel Sauvion, hanno escluso dai loro appezzamenti qualsiasi prodotto chimico, privilegiando prodotti naturali a base di rame, zolfo ed estratti vegetali.
La tradizione vinicola di questo territorio risale al XVI secolo. Le viti sono piantate all’80% in pendii su terreni leggeri, sassosi, argilloso-silicei e poco profondi.
L’uva coltivata proviene dal vitigno chiamato Melon de Bourgogne, una varietà tipica dei vigneti di Nantes e della denominazione Muscadet Sèvre e Maine.
Oggi tutti i vini bianchi del Domaine de La Fessardière sono certificati Bio da Ecocert.